“Le nuove opere di Sabatiello, di cui già a suo tempo ci siamo occupati, ancora una volta mostrano un forte impatto visivo sul fruitore, producono in lui uno sconcertante senso di partecipazione al moto costruttivamente involutorio fisiopatologico e interiore da cui i protagonisti sono avvinti, scolpiti-dipinti sulla pietra marna, con mano felice, nell’obbedienza e disobbedienza di un appartenersi, di essere come “Costretti” da se stessi o da forze sensorialmente autostimolanti ad essere insieme o a non esserlo più e infine per tornare ad essere un’unica cosa in anima e corpo in una specie di “relazione commutativa” di opposti versanti con il duplice coinvolgimento materico e cromaticamente pastoso passionale delle braccia e delle mani volutamente contorte, curvilinee…”
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